Sarà a breve operativo il reddito di cittadinanza da 780 euro al mese, ma sarà riconosciuto in due fasi: inizialmente, sotto forma di pensione minima di cittadinanza, cioè d’integrazione di tutte le pensioni sotto la soglia di povertà. Completata la riforma dei centri per l’impiego, verrà poi riconosciuto il reddito di cittadinanza a tutti i cittadini che si trovano sotto la soglia di povertà.
È quanto recentemente annunciato dal nuovo Governo, che inserirà il reddito di cittadinanza tra gli interventi previsti successivamente all’entrata in vigore della legge di Bilancio 2019.
Ai cittadini, in cambio del sussidio mensile sino a 780 euro, si richiederà però la ricerca assidua di un’occupazione, la frequenza di corsi di formazione e di 8 ore di lavoro a favore del proprio Comune di residenza.
Il sussidio sarà sicuramente più incisivo rispetto all’attuale reddito d’inclusione Rei, dato che quest’ultima misura, attualmente vigente, offre un reddito massimo di quasi 540 euro mensili, per una famiglia di 5 e più persone (gli importi sono inferiori per i nuclei familiari di meno componenti, si parte da un minimo di circa 190 euro al mese); richiede tuttavia un impegno notevole in termini di risorse da stanziare.
Ma vediamolo con ordine.
Che cos’è il reddito di cittadinanza
Cerchiamo innanzitutto di capire le caratteristiche fondamentali del nuovo reddito di cittadinanza: questo sussidio consiste in una prestazione economica mensile, esentasse, accreditata a favore di coloro che possiedono un reddito sotto la soglia di povertà.
È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente: questa soglia è più bassa per chi non paga l’affitto o il mutuo per la casa, mentre è più alta per le famiglie con più componenti.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza dovrebbe ammontare sino a un massimo di 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata senza alcun reddito; per chi ha un reddito sotto soglia, il reddito di cittadinanza integrerà gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese.
Nello specifico, l’importo del reddito di cittadinanza è determinato da due quote:
- la prima quota, a integrazione del reddito familiare, ammonta a una soglia massima pari a 6mila euro annui, 500 euro al mese (630 euro al mese, 7.560 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza) per il singolo componente; in presenza di più componenti si può arrivare a massimo 12.600 euro, cioè a 1.050 euro al mese;
- la seconda quota, a integrazione del reddito familiare, è riconosciuta ai nuclei che pagano l’affitto dell’abitazione, ed è pari al canone annuo previsto dal contratto di affitto (150 euro al mese, 1.800 euro annui nel caso di pensione di cittadinanza);
- la seconda quota è pari alla rata del mutuo, fino a un massimo di 150 euro al mese, 1.800 euro annui, nel caso di nuclei familiari residenti in abitazioni di proprietà per il cui acquisto o per la cui costruzione sia stato stipulato un contratto di mutuo da un componente della famiglia.
In ogni caso il beneficio economico:
- non può superare la soglia di 9.360 euro annui (780 euro al mese) nel caso di nucleo familiare con un solo componente, ridotta del valore del reddito familiare; la misura massima in caso di più componenti può arrivare a 19.656 euro all’anno (1.638 euro al mese , anche se nel concreto non si andrà sopra i 1.430 euro al mese);
- non può essere inferiore a 480 euro annui (40 euro al mese).
Per una famiglia di tre persone, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio minorenne a carico, il reddito di cittadinanza del nucleo dovrebbe aumentare del 40% per il coniuge e del 20% per il figlio minore.
Il reddito di cittadinanza sarà però ridotto per chi è proprietario della prima casa e non paga l’affitto: la riduzione, in particolare, dovrebbe corrispondere al cosiddetto affitto imputato ed ammontare a circa 280 euro al mese, 150 euro per chi percepisce la pensione di cittadinanza.
Chi paga l’affitto, invece, ha diritto a un incremento in misura corrispondente, entro il tetto di 780 euro al mese.
Chi paga il mutuo, poi, ha diritto a un incremento del reddito pari a 150 euro mensili, entro il tetto di reddito di 780 euro.
Il reddito di cittadinanza, che dovrebbe interessare una platea di 9 milioni di italiani, sarà esentasse e non pignorabile.
Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?
Potranno chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini maggiorenni che soddisfano una delle seguenti condizioni:
- si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato); coloro che hanno presentato le dimissioni sono esclusi dal reddito per un anno;
- sono cittadini italiani, europei o extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo;
- sono residenti stabilmente in Italia da almeno 5 anni;
- percepiscono un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà, cioè sotto i 780 euro mensili;
- percepiscono una pensione inferiore alla soglia di povertà, pari, come abbiamo detto, a 780 euro mensili;
- possiedono un Isee del nucleo familiare inferiore a 9.360 euro;
- possiedono un valore del reddito familiare inferiore a 6 mila euro, per il singolo componente, o a 7.560 euro, in caso di pensione di cittadinanza; l’importo è elevato sino a 9.360 euro per chi paga l’affitto ed è da adeguare col parametro della scala di equivalenza;
- possiedono al massimo due immobili nel nucleo familiare, ma il secondo immobile non deve avere un valore superiore a 30mila euro;
- possiedono un patrimonio mobiliare familiare (conti, carte prepagate, titoli, libretti, partecipazioni…) inferiore a 6mila euro , incrementato in caso di più componenti del nucleo (l’incremento è di 2mila euro per ogni componente, dal secondo al quinto, di mille euro per ogni figlio, a partire dal terzo, e di 5mila euro per ogni componente disabile);
- nessun componente del nucleo deve possedere autoveicoli con cilindrata superiore a 1.600 cc e motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, navi o imbarcazioni da diporto.
Sarà dunque essere richiesta la dichiarazione Isee per beneficiare del reddito o della pensione di cittadinanza.
Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto al reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza, come abbiamo osservato, sarà compatibile con l’attività lavorativa: nello specifico, se il lavoratore ha un contratto part time, il suo salario sarà integrato, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare a 780 euro al mese.
Naspi e altre prestazioni collegate allo stato di disoccupazione saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili.
Chi percepisce prestazioni di assistenza avrà diritto al reddito di cittadinanza?
L’importo mensile del reddito di cittadinanza, a differenza di quanto avviene ora per il Rei reddito d’inclusione, non sarà ridotto in corrispondenza al valore mensile di eventuali prestazioni di assistenza di cui fruiscono uno o più componenti del nucleo familiare. Le prestazioni saranno dunque pienamente compatibili col reddito di cittadinanza, anche se figurano nella dichiarazione Isee.
Per ottenere il reddito di cittadinanza devo lavorare?
In base a quanto recentemente annunciato da Luigi Di Maio, il reddito di cittadinanza obbligherà il beneficiario non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire 8 ore alla settimana di lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.
Chi si rifiuterà di lavorare perderà il sussidio.
Per quanto riguarda, poi, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito, sarà obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):
- iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
- iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
- offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (come abbiamo osservato, l’impegno lavorativo richiesto è di 8 ore settimanali);
- frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
- effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno;
- comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
- accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti.
Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, avrà comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro.
Che cosa succede al reddito di cittadinanza se rifiuto un lavoro?
L’interessato che percepisce il reddito di cittadinanza può rifiutare al massimo tre proposte lavorative eque nell’arco di due anni. Ha anche la possibilità di recedere dall’impiego per due volte nell’arco dell’anno solare. Superati questi limiti, perde la somma.
Come si chiede il reddito di cittadinanza?
Ad oggi non si sa ancora con quali modalità verrà riconosciuto il reddito di cittadinanza, in quanto il decreto in materia è ancora in stato di bozza. Ad ogni modo, in base a quanto annunciato dal Governo, la pensione di cittadinanza potrà essere riconosciuta da febbraio 2019, mentre il reddito di cittadinanza a partire da aprile 2019.
Il reddito sarà riconosciuto con una carta acquisti, che consentirà solo l’acquisto di beni di prima necessità e il pagamento delle utenze.